Siamo Nati Lontano | traduzione di Chiara De Luca

NOUS SOMMES NÉS LOINTAIN

Nous sommes nés où personne
n’a pas cherché la parole
ou son rebondissement de caoutchouc
où personne n’est pas tombé.
Nous sommes nés intacts
entourés par la neige sans empreintes
dans l’instant où
dieu décida de devenir sourd et inexistant.
(mais cela je ne le rappelle pas)
Nous sommes l’exterminée immense vérité
qui se cache
Nous sommes la vérité qui se révèle
la vérité ancrée à l’attente.
Le coup de sifflet au début et à la fin
l’organe interne et le bras foudroyant
le déluge salvifique sur les mourants
le prétexte le crime
la main qui serre la mouche
l’organe interne
nous sommes la douloureuse acceptation de la vérité
la main qui remue l’arme
le fendant la blessure la suture
nous ne sommes maintenant
que ce que nous sommes
l’amour qui a été
la vie que nous avons.
(conseils précieux, paris
projets)

traduzione dall’italiano di Chiara De Luca

Il crollo degli addendi | Simone Molinaroli | Ass Cult Press - Dizlexiqa | Pistoia 2006

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Noi siamo nati lontano

Noi siamo nati dove nessuno
ha cercato la parola
o il suo rimbalzo di gomma
dove nessuno è caduto.
Siamo nati intatti
circondati da neve senza impronte
nell’attimo in cui
dio decise di farsi sordo o inesistente.
(ma questo io non lo ricordo)
Noi siamo la sterminata immensa verità
che si nasconde
noi siamo la verità che si rivela
la verità ancorata all’attesa.
Il fischio d’inizio e di chiusura
l’organo interno e il braccio fulmineo
il diluvio salvifico sui morenti
il pretesto il crimine
la mano che stringe la mosca
l’organo interno
noi siamo la dolorosa assunzione della verità
la mano che muove l’arma
il fendente la ferita la sutura
noi siamo adesso
solo quello che siamo
l’amore ch’è stato
la vita che abbiamo.
(preziosi consigli, scommesse,
progetti)

da “Il crollo degli addendi” di Simone Molinaroli (Ass Cult Press – Dizlexiqa, Pistoia 2006)

il disco che tornò da Berlino…

bob dylan | blood on the tracks

Nell’agosto 2011, questo disco è tornato da Berlino. Ovviamente non è tornato da solo col treno. L’ha accompagnato a casa mia Caterina Tritto in occasione del mio 41esimo compleanno.

Sta sul giradischi da quel giorno e a intervalli irregolari suona. Combatte la crisi, i venerdì neri, l’ansia, le preoccupazioni inutili.

Riflessioni sul Venerdì Nero | nr.1

Il Venerdi è Nero. Le agenzie di rating declassano un po’ tutto, non si sa dove investire tutti quei milioni immaginarii che ci avanzano dagli stipendi. Il venerdì è nero e i giocatori di calcio, non si capisce in base a quale delirante principio, decidono che non vogliono pagare l’aliquota supplettiva che il governo ha deciso di far pagare ai cittadini più abbienti. E minacciano di scioperare. E le pecore s’indignano mentre stipulano il contratto di Sky. Le pecore dovrebbero lasciare anche a loro(i calciatori) il diritto di scioperare. Essi (i calciatori) forse ignorano a quanto potrebbe ammontare la decurtazione per una giornata di sciopero in una busta paga milionaria. O forse credono di poter scioperare gratis?
Il Venerdì è Nero e pieno di tecnocrati, giornalisti, politici, economisti che usano termini che non hanno significato, ma solo un ruolo in una ricostruzione arbitraria della realtà.
Il Venerdì è veramente nero, quando vivi in una città dal respiro microscopico che, nelle ore diurne, diciamo fino alle 22,30, sembra un grande ristorante a cielo aperto. E ci puoi trovare una miriade di tavolini addossati l’uno all’altro, tutti fanno la corsa ad apparecchiare, ad ammassare le persone a mangiare in un metro quadro, anche i pizzicagnoli apparecchiano, in una corsa alla meno dove trovare un ristorante dove mangiare dignitosamente è quasi impossibile. Non voglio essere ingiusto. È quasi impossibile trovare un locale dove il prezzo è realmente commisurato al valore del servizio erogato. Questa gente si sovrastima e rende il venerdì più nero del nero.
Il Venerdì sarà pure Nero. Ma nessuna agenzia di rating potrà declassare il venticello fresco & inaspettato che ti riconcilia con l’Esistente alla fine di una corsa nell’afa al limite dello svenimento.

Propaganda del Disastro/Retorica della Crisi | Christopher Lasch | L’Io minimo

Un paio di argomentazioni interessanti di Christopher Lasch, datate 1984. Ancora buone.

[…]
Sostenuta dagli altri media – cinema, radio, televisione, quotidiani, riviste – questa propaganda del disastro ha un effetto cumulativo che è praticamente l’opposto di quello voluto. L’infiltrazione della retorica della crisi e della sopravvivenza nella vita di tutti i giorni impoverisce l’idea stessa di crisi e ci lascia indifferenti agli appelli che meriterebbero davvero la nostra attenzione. Niente ci trova tanto distratti quanto il racconto di un’ulteriore crisi. Quando le crisi si assommano l’una all’altra e non vengono risolte, perdiamo ogni interesse ad agire per cambiare le cose. Parlarne, inoltre, serve spesso soltanto a giustificare le affermazioni di chi le crisi le manovra per professione (che si occupi di politica, di guerra, di diplomazia o semplicemente della gestione dello “stress” emotivo).
[…]

da “L’Io Minimo – la mentalità della sopravvivenza in un’epoca di turbamenti”

di Christopher Lasch