Chi da sinistra, o dal gruppo genericamente progressista, argomenta a favore dell’abolizione del diritto di voto arriva tardi e male. C’erano già quelli che sostengono da sempre che il diritto di voto non andava inventato, al pari del libero pensiero, del diritto a sviluppare le proprie inclinazioni, dell’idea che esista un nucleo intangibile di diritti, ed è gente che sta nella Tradizione. Non nel progresso. Stanno aspettando l’assist. Così come chi è tentato dal pensare che quelle decine di punti percentuale dell’elettorato che vanno, liberamente, ai populismi e ai nazionalismi vadano screditati, o peggio cancellati con la forza, trascura che quei punti potrebbero diventare anche di più e la scelta del mancato riconoscimento legittima automaticamente l’avversario al medesimo atteggiamento.
E poi cosa c’è di più populista del richiamo all’unità?