Il nemico del tuo nemico – Slavoj Zizek – parte prima

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…Si dovrebbero guardare quantomeno con profondo sospetto quegli esponenti di sinistra che argomentano che i movimenti fondamentalisti-populisti islamici, in quanto di emancipazione e anti-imperialisti, sono fondamentalmente “dalla nostra parte”, e che il fatto che formulano i loro programmi in termini direttamente anti-illuministi a anti-universalisti, avvicinandosi a volte a un antisemitismo esplicito, non è altro che una confusione derivante dal fatto che sono catturati dall’immediatezza della lotta. (Quando dicono di essere contro gli ebrei, ciò che vogliono dire realmente è solo che sono contro il colonialismo sionista). Si deve resistere incondizionatamente alla tentazione di “comprendere” l’antisemitismo arabo (laddove lo abbiamo realmente di fronte) come una reazione “naturale” alla triste situazione dei palestinesi: non ci deve essere comprensione per il fatto che in molti paesi arabi Hitler continua ad essere considerato da molti un eroe, o per il fatto che nei manuali delle loro scuole elementari vengono riciclati tutti i miti antisemiti tradizionali, dal falso notorio dei Protocolli degli Anziani di Sion all’idea che gli ebrei usino il sangue dei bambini cristiani (o arabi) nei sacrifici. Affermare che un antisemitismo di questo genere articola attraverso uno spostamento una forma di resistenza al capitalismo non lo giustifica in nessun modo: lo spostamento in questo caso non è un’operazione secondaria, ma un gesto fondamentale di mistificazione ideologica.

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Dal libro “Dalla tragedia alla farsa” di Slavoj Zizek

bere insieme nell’invisibile – dai Veda

Ma quelle creature che non sono ammesse al sacrificio sono perdute; perciò ora egli ammette al sacrificio quelle creature qui sulla terra che non sono perdute; dietro gli uomini ci sono le bestie; e dietro gli dèi ci sono gli uccelli, le piante e gli alberi; così, qualsiasi cosa esista qui sulla terra è ammessa al sacrificio. E in verità sia gli dèi sia gli uomini sia gli antenati bevevano insieme, è questo il loro convito; nei tempi antichi bevevano insieme visibilmente, ora lo fanno nell’invisibile.

il cittadino comune deve comprendere | A. Badiou

Il cittadino comune deve “comprendere” che è impossibile coprire il deficit della sicurezza sociale, ma è imperativo imbottire con innumerevoli miliardi il buco finanziario delle banche? Dobbiamo accettare tristemente che nessuno immagini più che sia possibile nazionalizzare una fabbrica perseguitata dalla competizione, una fabbrica che impiega migliaia di lavoratori, ma è ovvio farlo per una banca a corto di liquidi a causa della speculazione?

Alain Badiou

la cultura di massa | Christopher Lasch | L’Io minimo

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il fenomeno della cultura di massa, troppo spesso considerato dal punto di vista del suo impatto sugli standard estetici, solleva interrogativi che riguardano la tecnologia, e non il livello di gusto del pubblico. Le avanzate tecniche di comunicazione, che sembrano limitarsi a facilitare la divulgazione di informazioni su una scala più vasta di un tempo, a un esame più approfondito dimostrano di impedire la circolazione delle idee e di far sì che il controllo venga esercitato da un pugno di grandi organizzazioni. La tecnologia moderna ha sulla cultura gli stessi effetti che ha sulla produzione, dove serve ad affermare il controllo manageriale sulla forza lavoro. Lo studio della cultura di massa conduce quindi alla stessa conclusione emersa da uno studio della meccanizzazione del lavoro: cioè che la  tecnologia incarna la progettazione intenzionale di un sistema di gestione e di comunicazione a senso unico, concentra il potere economico  e politico e, sempre più, anche quello culturale, nelle mani di picole èlite di pianificatori, analisti del mercato ed esperti di ingegneria sociale, stimola l’input o il feedback soltanto in forma di cassette dei suggerimenti, indagini di mercato e sondaggi di opinione. La tecnologia diventa così  un efficace stumento di controllo sociale – nel caso dei mass media, cortocircuitando il processo elettorale attraverso i sondaggi che contribuiscono a formare l’opinione pubblica invece di limitarsi a registrarla; riservando agli stessi media il diritto di scegliere i leader politici e i loro portavoce, e presentando la scelta di leader e di partiti come una scelta fra diversi beni di consumo.

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da “L’Io Minimo – la mentalità della sopravvivenza in un’epoca di turbamenti”

di Christopher Lasch