Devo dirti il vero

Così mi disse il mio figliuolo lo scorso anno, allora che ci si preparava a lasciare la casa del mare per fare ritorno a Pistoia, per l’ultima volta davanti al mare al tramonto. Lo disse con affetto e naturalezza che avrebbero anche potuto persuadere al licenziamento qualcuno con la rendita di posizione. Cosa non praticabile da chi non ce l’ha. Decisi allora di vergare questa poesiuola estemporanea.

“Babbo si torna a vedere il mare? Restiamo sempre in ferie tutti i giorni. Non torniamo a casa. Non andiamo mai a lavorare.”

Nel dirti brutte cose il còr mi dòle
Ma stasera caro figlio devo dirti il vero
Non ha scelta chi d’agi nacque scevro
E il travaglio quotidiano fermar nun pòle.

NON ROMPETEMI IL CAZZO (poesia sulla birra e sull’ombra)

NON ROMPETEMI IL CAZZO

(poesia sulla birra e sull’ombra)

Non rompetemi il cazzo
Sto scrivendo una poesia
A meno che non sia un invito
Per un birra ghiacciata
Ché son quaranta gradi all’ombra
E purtroppo non c’è ombra.


DON’T FUCK AROUND

(a poem about beer and shade)

Don’t fuck around
I’m writing a poem
Unless it’s an invitation
For a cold beer
It’s 99 degrees in the shade
And unfortunately there is no shade.

Minchiatella del Pollice

Man mano che riemergono dal grande pelago sociale, dai quadernetti stropicciati e dalle memorie dei telefoni, ripropongo qui le mie poesiuole vergate in occasione di compleanni, incidenti domestici, esternazioni di politici, memorabili battute del mio giovane figliolo, cene, zingarate et similia.

Questa fu per l’appunto scritta dopo che un pollice (uno dei miei) rimase schiacciato nel portello della lavastoviglie, lanciato a piena forza verso la chiusura.

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MINCHIATELLA DEL POLLICE

Il pollice nel portello della lavastoviglie
bestemmiati i santi e le sette meraviglie.
L’umore all’istante divenne nero.
Più che nero, distruttivo e bandolero.

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Minchiatella Poetica dello Streptococco

Accolgo l’arrivo dello Streptococco tra le mura domestiche, e di conseguenza nell’organismo, portato dalla prole come involontario cavallo di Troia con questo estemporaneo componimento poetico dal titolo “Minchiatella Poetica dello Streptococco”. È lo stesso Streptococco con cui nel 1996 ingaggiai una lotta furibonda e che ricordo, sinceramente, con terrore.
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MINCHIATELLA POETICA DELLO STREPTOCOCCO

Il Natale al sottoscritto si scordó di recar doni,
non maglioni e calzerotti, non biscotti non torroni.
E siccome non fui reo non furono carboni,
furono soltanto sciroppi e pasticconi.