Le cose vanno spesso male | Accettare il mistero

Le cose vanno spesso male. Ma più spesso vanno in modo incomprensibile. Racchiudono fenomeni che non sono ancora stati ricondotti all’arbitrio delle leggi. È in questi e in tutti gli altri casi potenziali non ancora passati in atto, ma potenzialmente attuabili, che può essere proficuo “accettare il mistero”.
Le cose finiscono semplicemente per andare male. Spesso. A volte. E non c’è poi molto da dire. C’è quello che segretamente gode e tiene il conto del male proprio e altrui, c’è quello che ti dà la pacca, quello che ti consiglia e quello che in silenzio ti versa un bicchierino e nasconde nel silenzio un sorriso che è al tempo insensato e vitale.

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Non solo il debole di spirito viene sfruttato | da “Cemento” di Thomas Bernhard

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Adesso li dissuaderei e basta da tutto quello in cui credono,  il partito socialista ad esempio, o la chiesa cattolica,  entrambi oggi come sempre associazioni prive di scrupolo per lo sfruttamento dell’uomo. Ma è  profondamente falso dire che solo il debole di spirito viene sfruttato, tutti vengono sfruttati, questo d’altra parte è tranquillizzante, è la compensazione,  forse si va avanti solo così.
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da “Cemento” di Thomas Bernhard
trad. di Claudio Groff

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L’Accolita di Stronzi | adulti e bullismo

 

Il numero più gettonato in sala mensa, dunque lo spettacolino gratuito a cui capita più spesso di assistere, è l’accolita di stronzi inqualificabili (non è un giudizio morale legato al loro comportamento, ma solo un riferimento al loro essere privi di qualsiasi qualità) riuniti allo scopo di infierire sul collega più debole che manifesta apertamente segni di instabilità e disagio.
La storia è sempre uguale.
Se prima la triade sociale di avviamento all’ubbidienza e alla sottomissione era composta da scuola-caserma-lavoro con la giunta prodromica ed eventuale della famiglia, adesso, terminata la leva obbligatoria, si potrebbe comporre compiutamente con l’ausilio dei mass media.
In un progetto apparentemente e superficialmente liberale e permissivo che mina nel profondo le capacità degli individui, forzandoli in una dimensione prestazionale e performativa che prevede lo spostamento dell’asticella sempre più in alto e rende gli standard di resa inaccettabili.
Si finisce dunque in sala mensa ad osservare quattro imbecilli che, voglio precisare, da nessun punto di vista potrebbero essere considerati migliori della loro vittima, torturare un povero sciagurato che non trova nessun altro modo di farsi riconoscere se non nel farsi torturare. Nessuno sembra farci caso, nessuno sembra infastidito, ogni tanto qualcuno che ha finito di pranzare passa vicino al tavolo e partecipa al linciaggio con una nuova battuta diretta alla vittima designata.
La scena non è nuova. Ma si finisce lì, tentati dall’intervento pur consapevoli delle conseguenze e dei rischi per aver cominciato a intervenire trent’anni prima. Della pericolosità insita nell’intervento contro degli adulti non recuperabili e completamente incapaci di autoemendarsi (l’ultima volta che ci ho provato mi è stato detto amabilmente di farmi i cazzi miei perché non siamo tutti uguali, la penultima volta alla fine c’è stata una rissa). Consapevoli che un sistema di relazioni si compone di due parti almeno e che la parte debole è funzionale alla buona riuscita del tutto. Nella certezza che la supposta, solo supposta, umana disposizione alla violenza e alla sopraffazione sia solo fondamentalmente necessaria all’ordine e che per la legittima difesa dell’alterità siano necessarie una violenza e un rigore ferrei che, pur non modificando nulla nel contesto socioculturale, fungano da deterrente e talvolta, visto l’esito cattivo della funzione primaria, colpiscano direttamente al bersaglio.
Come scriveva il sapiente Elemire Zolla, dovunque l’uomo sia costretto a fare massa, isolato fra altri del pari isolati,  il sadismo affiora.
Se fosse un film, una commedia socialdemocratica ad esempio, avrebbe un lieto, edificante e consolatorio finale. La sceneggiatura potrebbe prevedere l’apparizione di un’orchestra che, apparendo all’improvviso dalla sala cucine, andasse a circondare i quattro stronzi sottolineando, nel pieno dei rumori della cucina e del brusio dei lavoratori, il deprecabile comportamento rassicurando così lo spettatore, liberandolo al contempo dal senso di colpa, sulla possibilità di una forma di solidarietà senza rischi e impegno e di una vendetta riabilitante.
Se fosse un film. Una commedia socialdemocratica, ad esempio.

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30 agosto 2013

Minchiatella Poetica di Compleanno

Mercoledì 7 era il mio compleanno e mi sono permesso di scrivere questa “minchiatella” poetica d’occasione per ringraziare tutti gli amici che hanno speso un po’ del loro tempo per farmi gli auguri.

La ripropongo qui perché non si perda nell’insostanziale realtà di facebook.

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Son preziosi quegli amici
che pel giorno tuo natale
di lor tempo parte usa
per recare boni auspici.

Graditi quando è gioia e festa
e quando invece il giorno è magro,
quando la Fortuna marcia
e quando rota sua s’arresta.

Come l’Uom de la Commedia
son nel mezzo del cammino
ma non temo tempo e sorte
ché a un sol mal non si rimedia.

Cari Amici adesso è l’ora
e come se dimàn non fosse
alzo il vetro, rido e canto
pe’ salve vostra e bene ancora.

7 agosto 2013