Essere all’altezza dell’Incurabile – E. Cioran

Chi appartiene organicamente a una civiltà non può identificare la natura del male che la mina. La sua diagnosi non conta gran che; il suo giudizio che ha su di essa lo concerne; se le usa dei riguardi è per egoismo.

Meno coinvolto, più libero, l’estraneo la esamina senza calcolo e meglio ne coglie i punti deboli. Se la civiltà cade in rovina, accetterà all’occorenza di cadere con essa, di constatare gli effetti del fatum su di essa e  su di sé. Quanto ai rimedi, non ne possiede e neppure ne propone. Poiché sa che non si può curare il destino, non si spaccia per guaritore con nessuno. La sua unica ambizione: essere all’altezza dell’Incurabile…

da “La Tentazione di Esistere” di E.M. Cioran

Su La Fine del Mondo Vol. 6 | Sonia Mengoni di Rockshock

Su rockshock.it esce un’altra recensione sull’ep d’esordio de La Fine del Mondo.

qui l’originale.

Siamo nati lontano è il primo lavoro de La Fine Del Mondo, un Ep d’esordio arricchito di musica rock, d’autore, pop e tonalità avant-garde.

Le 4 tracce che compongono Siamo nati lontano sono: 1.Forse un giorno; 2.Illuminazione n°1; 3.Siamo nati lontano; 4.Tutti siamo morti. Sembra quasi impossibile capire l’impostazione musicale in sole 4 tracce e la band non inventa nulla di nuovo, ma sembra possedere una certa abilità nel mescolare temi e suggestioni allacciando dark wave allo slow al post rock al light noise, legando insieme atmosfere interessanti e per raccontare l’inquietudine dell’esistenza umana.

Ciò che colpisce della musica de La Fine Del Mondo non è solo il sound, ma l’aspetto poetico delle parole. È come se la poesia stessa sia stata trasformata in ritmo musicale che cattura e trascina. Una musica/poesia enigmatica che ha bisogno di essere ascoltata e riascoltata, letta e riletta per riuscire a cogliere le più piccole sfumature e nuances, andando in profondità e scoprendo piccole verità associate alla nostra esistenza. Una musica che rivela una piccola parte di sé ad ogni nuovo ascolto.

Quando potremo brindare di nuovo

Sarà quando le parole Cool, Movida, Liberaldemocrazia, Spread, Creatività, Rating (solo per dirne alcune, ma sarebbero molte di più) saranno bandite o avranno perso ogni valore, saranno state desacralizzate e depotenziate per impedirne ogni uso strumentale e depistante che potremo berci il nostro Bicchierino all’imbrunire, brindando con sincero e immotivato entusiasmo a un Futuro e a un Cambiamento, peraltro non così probabili.
Per adesso brindiamo, tenendo ben presente il baratro antistante.

La memoria dei rassegnati | due riflessioni del Vaneigem in questi giorni di supercazzole finanziarie

[…]
La proliferazione dell’inutile e la rarefazione dell’essenziale non potevano trovare forma di espressione più adeguata della burocrazia finanziaria internazionale il cui assolutismo stabilisce con la società vivente un rapporto da extraterrestre. Come definire altrimenti questa genia, i cui ordini emanano più dagli imperativi di mercato che dagli individui?
Più l’incomprensione separa gli speculatori impegolati nel calcolo dei rendimenti e coloro i quali aspirano a vivere aldilà delle matematiche del profitto, tanto più la distanza è colmata da una informazione che risponde solo a se stessa, alla quale non può essere detto o contestato nulla poiché essa provvede a stivare l’insignificante nella memoria dei rassegnati.

da “Noi che desideriamo senza fine” di Raoul Vaneigem

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