Il nemico del tuo nemico – Slavoj Zizek – parte prima

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…Si dovrebbero guardare quantomeno con profondo sospetto quegli esponenti di sinistra che argomentano che i movimenti fondamentalisti-populisti islamici, in quanto di emancipazione e anti-imperialisti, sono fondamentalmente “dalla nostra parte”, e che il fatto che formulano i loro programmi in termini direttamente anti-illuministi a anti-universalisti, avvicinandosi a volte a un antisemitismo esplicito, non è altro che una confusione derivante dal fatto che sono catturati dall’immediatezza della lotta. (Quando dicono di essere contro gli ebrei, ciò che vogliono dire realmente è solo che sono contro il colonialismo sionista). Si deve resistere incondizionatamente alla tentazione di “comprendere” l’antisemitismo arabo (laddove lo abbiamo realmente di fronte) come una reazione “naturale” alla triste situazione dei palestinesi: non ci deve essere comprensione per il fatto che in molti paesi arabi Hitler continua ad essere considerato da molti un eroe, o per il fatto che nei manuali delle loro scuole elementari vengono riciclati tutti i miti antisemiti tradizionali, dal falso notorio dei Protocolli degli Anziani di Sion all’idea che gli ebrei usino il sangue dei bambini cristiani (o arabi) nei sacrifici. Affermare che un antisemitismo di questo genere articola attraverso uno spostamento una forma di resistenza al capitalismo non lo giustifica in nessun modo: lo spostamento in questo caso non è un’operazione secondaria, ma un gesto fondamentale di mistificazione ideologica.

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Dal libro “Dalla tragedia alla farsa” di Slavoj Zizek

bere insieme nell’invisibile – dai Veda

Ma quelle creature che non sono ammesse al sacrificio sono perdute; perciò ora egli ammette al sacrificio quelle creature qui sulla terra che non sono perdute; dietro gli uomini ci sono le bestie; e dietro gli dèi ci sono gli uccelli, le piante e gli alberi; così, qualsiasi cosa esista qui sulla terra è ammessa al sacrificio. E in verità sia gli dèi sia gli uomini sia gli antenati bevevano insieme, è questo il loro convito; nei tempi antichi bevevano insieme visibilmente, ora lo fanno nell’invisibile.

Terrorismo Mediatico e manipolazione del consenso

In contemporanea col ballottaggio per l’elezione a Sindaco di Milano vorrei ricordare, tra le tante indegne manifestazioni di disprezzo dell’educazione, dell’intelligenza, delle procedure democratiche e tra i tanti articoli intrisi di tendenziosa disonestà volti a generare la paura da cui a loro volta discendono, l’Obbedienza e il Conformismo, quel che è stato scritto su alcuni giornali all’indomani dell’imprevisto successo del garbato signore di sinistra che piace anche alla borghesia (Pisapia). Voglio precisare che tra tutte quelle manifestazioni, questa non è certo la peggiore. Ma è un esempio di cattiva informazione tecnocratica.

Il 17 maggio su MF (MilanoFinanza) esce un articolo dal titolo “A Milano un ribaltone da 80 miliardi”. Il ribaltone sarebbe legato ai finanziamenti previsti per l’Expo 2015 a cui si accompagna il PGT (piano di governo del territorio). Un piano di investimenti privati e pubblici (in larga parte privati), per il riassetto urbanistico della città di Milano.

Ma l’elettore non potrebbe aver manifestato, con quel voto inaspettato, proprio il suo disinteresse verso quei milioni di cui si parla nell’articolo? Quel voto anomalo, giunto come una sorpresa per tutti gli osservatori e gli analisti, non potrebbe essere interpretato come una volontà di essere amministrati diversamente, dalla legittima aspettativa di veder investiti 80 miliardi di euro, per esempio, in servizi pubblici?

Non sono liberi i cittadini di esprimere col proprio voto, oltre che la preferenza per un volto, delle convinzioni personali in merito al riassetto urbanistico della città in cui vivono?

I tecnocrati fanno pressione.

Ma i contratti per l’expo sono probabilmente già stati depositati (Rocco Traisci, così si esprime cinque minuti fa sul terrazzo di casa mia).

E i tecnocrati continuano con la malainformazione.

Sopravvivenza del sistema produttivo e sospensione della Giustizia

La signora Marcegaglia, pronuncia le seguenti parole nell’indifferenza generale: “La condanna a 16 anni a Harald Espenhahn per il rogo della Thyssen è un unicum in Europa. Una cosa di questo tipo se dovesse prevalere allontanerebbe investimenti esteri mettendo a repentaglio la sopravvivenza del sistema produttivo”.

Per salvaguardare la sopravvivenza del sistema produttivo, si può però mettere a repentaglio la sopravvivenza dei propri operai, esponendoli volontariamente e consapevolmente a gravissimi rischi. Comportamento che la normativa vigente in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro sancisce come emendabile. (bisogna ammettere che purtroppo al lavoro si muore anche in condizioni di sicurezza, ma bisogna pure ribadire che la legge è uguale per tutti).

Dovrebbero esserle richieste delle spiegazioni. Cosa volevi “veramente” dire? Marcegaglia, cosa volevi dire con questa tua frase?

Volevi forse dire, che gli accertamenti sulle responsabilità penali nel caso Thyssen/Krupp dovrebbero essere sospesi?

Perché se volevi dire questo, non va bene.

Poi dopo vai a chiedere scusa e pensi che invece vada bene. Ma in realtà, cosa pensi?

Se qualcuno fosse interessato ad ascoltare la Marcegaglia, qui trova il link per farlo.

http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-22e629c0-c45a-4060-a4e8-503be4164590.html