Il sabato gli scontri di piazza e domenica la Repressione. Sembra il titolo di un film di Martin Scorsese ed è invece l’ennesima replica di uno spettacolo ormai vetusto, chiamato “Fenomenologia del Potere in una nazione chiamata Italia”.
Dopo un fine settimana passato ad ascoltare le dichiarazioni miopi di chi si esalta davanti allo scontro come davanti al videogioco, il lunedì mattina mi sveglio e sotto casa ho un manifesto 6X3 metri. C’è scritto: Vuoi difendere la tua libertà? Iscriviti al Partito X. Non è necessario menzionare il partito in questione. Non vorrei sembrare fazioso. Durante il tragitto per tornare dal lavoro, ascolto la radio e lo speaker annuncia la richiesta ufficiale da parte di un ministro, di poteri speciali per le forze dell’ordine, una nuova legge Reale, la sospensione delle normali procedure democratiche.
C’è chi crede di innalzare il livello di scontro, ma soprattutto c’è chi crede che le violenze televisive siano un innalzamento del livello di scontro. Un Onesto Rivoluzionario sa che non è sfondando i bancomat che si fa la Rivoluzione. Un Onesto Rivoluzionario sa che la Rivoluzione si fa svuotando le banche. Smettendo di portarci dentro il denaro guadagnato in giorni di duro (o meno duro, non è importante) lavoro. Nascondendo gli spiccioli. Smettendo di spendere. Facendo fallire definitivamente il Sistema.
L’innalzamento è solo nel livello di legittimazione dell’apparato repressivo. Si rischia solo di far aumentare la voglia dei partiti di sinistra (sinistra?) di fare da appoggio di fortuna, e più di quanto già non facciano, ai criminali, ai reazionari, ai plutocrati.
A chi sparare?
Quando a Muley Graves (Furore | John Steinbeck) pignorano la fattoria dicendogli che non è colpa dello sceriffo, dell’agente immobiliare e nemmeno della banca locale, lui chiede “quindi noi a chi dobbiamo sparare?”
AUTORECENSIONE DI UN ESORDIO | 15 settembre 2011 – La Fine del Mondo @ Agliana
16 settembre 2011
AUTORECENSIONE DI UN ESORDIO
Un esordio all’insegna dell’intensità, vicino geograficamente, lontano anni-luce dalle offerte MASSIMO IMPATTO / ISTANTANEA OBSOLESCENZA di derivazione demenziale/esoterico/televisiva.
Lontano dalle metodologie per la deportazione degli adolescenti, dall’ottuso e ben celato moralismo degli intellettuali di regime, dalle derive nomenclatorie degli addetti ai lavori, dalle finte professioni, dai sedicenti, dagli smettitori, dal malinconico e grottesco gioco al ribasso dei frustrati e dei privi di talento.
La Fine del Mondo è adesso nel Mondo.
Simone Molinaroli
foto di Simone Tofani [Simone Tofani Photography]
La Fine del Mondo | stasera al Moderno di Agliana
stasera alle 21 (circa) al Moderno di Agliana, c’è la prima assoluta de “La Fine del Mondo”.
Simone Molinaroli è un poeta (Ass Cult Press, Enduring Poetry) e Alessio Chiappelli un chitarrista/compositore (S.u.S). Insieme partoriscono l’idea. A loro si aggiungono Matteo Parlanti e Simone Naviragni, rispettivamente batteria e basso. Da ultima, ma non per demerito, si unisce Valentina Innocenti (Danzatrice).
Tutti insieme collaborano per contribuire allegramente all’aumento di poesia nel mondo e per raccontare la vertigine dell’esistenza felice degli Ultimi Uomini.
Sembra uno Spoken, un Reading, un concerto rock. Sembra uno scherzo e una cosa seria. Sembra tutte queste cose ed è tutte queste cose.
Alessio Chiappelli – chitarra
Matteo Parlanti – batteria
Simone Molinaroli – testi & voce
Simone Naviragni – basso
Valentina Innocenti – danzatrice
11 settembre 1973 | l’ultimo discorso di Salvador Allende
Santiago del Cile, 11 Settembre 1973.
Ultimo discorso
del presidente Salvador Allende
7:55 a.m. RADIO CORPORACIÒN
Parla il Presidente della Repubblica dal Palazzo de La Moneda. Informazioni confermate segnalano che un settore della Marina avrebbe isolato Valparaìso e che la città sarebbe occupata, il che significa un sollevamento contro il Governo, il Governo legittimamente costituito, il Governo che è protetto dalla legge e dalla volontà del cittadino.
In queste circostanze, chiamo tutti i lavoratori. Che occupino i loro posti di lavoro, che accorrano alle loro fabbriche, che mantengano calma e serenità. Fino a questo momento a Santiago non c’è stato alcun movimento fuori dell’ordinario da parte delle truppe e, secondo quanto mi ha informato il capo della Guarnigione, Santiago starebbe aqquartierata e normale.
In ogni caso io sto qui, nel Palazzo del Governo, e resterò qui, difendendo il Governo che rappresento per volontà del popolo.
Ciò che desidero, essenzialmente, è che i lavoratori stiano attenti, vigili e che evitino le provocazioni. Come prima cosa dobbiamo vedere quale sarà la risposta, che spero positiva, dei soldati della Patria, che hanno giurato di difendere il regime stabilito, espressione della volontà dei cittadini, e che assolveranno la dottrina che rese prestigio al Cile e che trae questo prestigio dalla professionalità delle Forze Armate. In queste circostanze, ho la certezza che i soldati sapranno compiere i loro obblighi. Ad ogni modo, il popolo ed i lavoratori, fondamentalmente, devono mobilitarsi attivamente, ma nei loro posti di lavoro, ascoltando la chiamata e le istruzioni che potrà fare e dargli il compagno Presidente della Repubblica.
8:15 a.m.
Lavoratori del Cile:
vi parla il presidente della Repubblica. Le notizie che abbiamo fino a questo momento, ci rivelano l’esistenza di una insurrezione della Marina nella Provincia di Valparaìso. Ho ordinato che le truppe dell’esercito si dirigano a Valparaìso per soffocare questo tentativo di golpista. Dovete aspettare le istruzioni che emanerà la Presidenza. Abbiate la sicurezza che il Presidente resterà nel Palazzo de La Moneda difendendo il Governo dei Lavoratori. Abbiate la certezza che farò rispettare la volontà del popolo che mi ha dato l’incarico di governare fino al 4 Novembre 1976.
Rimanete attenti nei vostri luoghi di lavoro aspettando le mie informazioni. Le forze leali rispettando il giuramento fatto alle autorità, insieme ai lavoratori organizzati, schiacceranno il golpe fascista che minaccia la Patria.
8:45 a.m.
Ai compagni che mi ascoltano:
La situazione è critica, siamo di fronte ad un colpo di Stato, al quale partecipa la maggioranza delle Forze Armate. In quest’ora oscura voglio ricordarvi alcune mie parole dette nel 1971, ve le dico con assoluta tranquillità, non ho stoffa di apostolo né di messia. Non ho propensione al martirio, sono un lottatore sociale che compie un incarico che il popolo mi ha dato. Ma, lo intendano coloro che vogliono far indietreggiare la storia e disconoscere la volontà
maggioritaria del Cile; Senza avere vocazione di martire, non farò un passo indietro. Che lo sappiano, che lo sentano, che se lo registrino profondamente: lascerò La Moneda quando avrò compiuto il mandato che il popolo mi ha dato, difenderò questa rivoluzione cilena e difenderò il Governo perché questo è il mandato che il popolo mi ha consegnato. Non ho altra alternativa. Solo crivellandomi di colpi potranno impedire la volontà di compiere il programma del
popolo. Se mi assassinerete, il popolo seguirà la sua rotta, continuerà il suo cammino, con la differenza forse che le cose saranno più dure, molto più violente, perché sarà una lezione obiettiva molto chiara per la massa di questa gente che non si ferma di fronte a niente.
Tenevo in conto questa possibilità, non la offro né la facilito. Il processo sociale non sparirà perché è sparito un
dirigente. Potrà rallentarsi, potrà prolungarsi, ma alla fine non potrà essere fermato.
Compagni, rimanete attenti alle informazioni nei vostri posti di lavoro, il compagno Presidente non abbandonerà il suo popolo ed il suo posto di lavoro. Rimarrò qui a La Moneda anche a costo della mia vita.
9:03 a.m. RADIO MAGALLANES
In questo momento passano gli aerei. È possibile che ci colpiscano. Ma sappiate che stiamo qui, per lo meno con il nostro esempio, dimostrando che in questo paese ci sono uomini che sanno compiere le obbligazioni che hanno preso. Io lo farò per il mandato del popolo e per mandato cosciente di un Presidente che ha la dignità dell’incarico affidatogli dal popolo in elezioni libere e democratiche.
In nome dei più sacri interessi del popolo, in nome della Patria vi chiamo per dirvi di avere fede. La storia non si ferma né con la repressione né con il crimine. questa è una tappa che sarà superata, questo è un momento duro e difficile. È possibile che ci schiaccino, però il domani sarà del popolo, sarà dei lavoratori. L’umanità avanza per la conquista di una vita migliore.
… Pagherò con la mia vita la difesa dei principi che sono cari a questa patria, l’insulto cadrà sopra quelli che hanno tradito i loro impegni, mancando alla loro parola, rompendo la dottrina delle Forze Armate. Il popolo deve stare all’erta e vigile. Non deve lasciarsi provocare, né lasciarsi massacrare, ma deve anche difendere le sue conquiste. Deve difendere il diritto a costruire con i suoi sforzi una vita degna e migliore.
9:10 a.m.
Una parola per coloro che dichiarandosi democratici hanno istigato questa sollevazione, per quelli che dicendosi rappresentanti del popolo, hanno torbidamente e turpemente recitato per rendere possibile questo passo che porta il Cile alla rovina.
Compatrioti, è possibile che zittiscano le radio, e mi congedo da voi. In questo momento passano gli aerei. È possibile che ci crivellino. Ma sappiate che stiamo qui, per segnalare, per lo meno con questo esempio, che in questo paese ci sono uomini che sanno mantenere le obbligazioni che hanno assunto. Io lo farò per il mandato del popolo e per la volontà cosciente di un presidente che possiede la dignità del suo incarico…
Forse questa è l’ultima opportunità che ho di potermi rivolgere a voi. L’Aviazione ha bombardato le torri di Radio Portales e Radio Corporaciòn. Le mie parole non hanno amarezza ma delusione, e saranno loro il castigo morale per quelli che hanno tradito il giuramento che fecero: soldati del Cile, comandanti in capo titolari, l’ammiraglio Merino che si è auto nominato comandate della Armada, più il signor Mendoza, generale vile che soltanto ieri manifestava la sua lealtà e solidarietà al governo, ed anche lui si è auto nominato anche comandante generale dei Carabinieri. Non rinuncerò!
Davanti a questi fatti solo questo mi resta da dire ai lavoratori: Io non mi arrenderò. Collocato in un transito storico, pagherò con la mia vita la lealtà al popolo. E vi dico che ho la certezza che il seme che abbiamo innestato nella coscienza degna di migliaia e migliaia di cileni non potrà essere dispersa definitivamente. Hanno la forza, potranno sottometterci, ma non si possono trattenere i processi sociali né con il crimine, né con la forza. La storia è nostra e la fanno i popoli. Lavoratori della mia patria: voglio ringraziarvi per la lealtà che sempre avete avuto, la fiducia che avete
posto in un uomo che fu solo interprete di grandi aneliti di giustizia, che impegnò la sua parola di rispettare la costituzione e la legge, e così fece. In questo momento definitivo, l’ultimo in cui posso rivolgermi a voi. Spero che impariate dalla lezione. Il capitale straniero, l’imperialismo, unito alla reazione, ha creato il clima perché le Forze Armate rompessero con la loro tradizione (…)
Mi rivolgo soprattutto alla donna modesta della nostra terra: alla contadina che credette in noi, all’operaia che lavorò di più, alla madre che conobbe la preoccupazione per i figli. Mi rivolgo ai professionisti, patrioti, a coloro che da giorni
stanno lavorando contro la sedizione appoggiata dai collegi professionali, collegi di classe creati anche per difendere i vantaggi di una società capitalista. Mi rivolgo alla gioventù, a coloro che cantarono e donarono la loro allegria ed il loro spirito di lotta; mi rivolgo all’uomo del Cile, all’operaio, al contadino, all’intellettuale, a coloro che saranno perseguitati, perché nel nostro paese il fascismo già da molte ore è presente con molti attentati terroristi, facendo saltare ponti, tranciando linee ferroviarie, distruggendo oleodotti e gasdotti, di fronte al silenzio di chi aveva l’obbligo di intervenire.
Si sono compromessi. La storia li giudicherà.
Sicuramente Radio Magallanes, sarà oscurata ed il metallo tranquillo della mia voce non giungerà a voi. Non importa mi sentirete comunque. Sempre sarò con voi, per lo meno il mio ricordo sarà quello di un uomo degno che fu leale alla patria. Il popolo deve difendersi, ma non sacrificarsi. Il popolo non deve lasciarsi colpire e crivellare, ma nemmeno può umiliarsi.
Lavoratori della mia patria: ho fede nel Cile e nel suo destino. Altri uomini supereranno questo momento grigio ed amaro, nel quale il tradimento pretende d’imporsi. Proseguite voi, sapendo che, non tardi ma molto presto, si apriranno i grandi viali alberati dai quali passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore.
Viva il Cile, viva il popolo, viva i lavoratori!
…ste sono le mie ultime parole, ho la certezza che il sacrificio non sarà vano. Ho la certezza che, almeno, ci sarà una sanzione morale per punire la fellonìa, la codardia ed il tradimento.
Salvador Allende | 11 settembre 1973 | Santiago del Chile
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