Una poesia scritta agli inizi degli anno zero dopo una festa di matrimonio alla quale mi ero annoiato mortalmente e inutilmente e che mi spinse a una riflessione su quanto meglio sarebbe, talvolta, consensualmente dimenticare la ventura che ci fece conoscenti, parenti, amici, colleghi, e non sapere niente, realmente non sapere o al limite fingere abilmente e non cedere alla tentazione di rivelare, gli uni degli altri.
La poesia è compresa nella raccolta “Il Crollo degli Addendi” che uscì agli inizi del 2006 per Ass Cult Press.
L’ETÀ SENZA TESTIMONI
Il motore è acceso, la nube _______________ perde pressione
bicchiere di spumante secco
dopo bicchiere di spumante secco
gli organi assumono una posizione ________________e convengono con ________________________gli invitati
sulla necessità di una sostituzione
del cambio vincente in mezzo al campo.
Tutti, organi e invitati, rimpiangono ________________a prescindere
da tare ereditarie, limiti intellettivi,
censo, status sociale
tutti rimpiangono un’età mai esistita.
L’età migliore, l’età felice,
l’età senza testimoni.
Tra le poesie che ancora mi capita di leggere dal vivo “La Conseguenza di Tutto” è la più vecchia. Risale all’anno 1995, l’anno in cui, con i compagni di Ass Cult Press, cominciammo ad intensificare l’attività dal vivo.
Non è escluso che la legga stasera a Lerici (SP) allo Slam.
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LA CONSEGUENZA DI TUTTO
La conseguenza di tutto è tutto
& le parole hanno confini desolati
& sceicchi affondano il culo in piscine senza senso
& autostrade morte
& sole a scacchi.
Ma di colpa non ne hanno le parole.
& l’intelligenza è noiosa
& sette miliardi di regnanti di un solo regno
sette miliardi di regnanti pieni di dolore
si apprestano alla carneficina
come a una merenda
su un ciglio della statale del Brennero.
La conseguenza di tutto è tutto
& l’addestramento all’orrore
inizia di mattina al bar per gli autodidatti
Dopo è per tutti offerto
dalla tele-promozione di napalm e cecchini
& l’esplosione nucleare
non è che un piacevole diversivo
per atleti allenati alla catastrofe
e ai buoni sentimenti.
& i poeti si masturbano copiando versi copiati
& altri cacano con Celine
i residui della sbornia e sangue cerebrale.
& i veri poeti rubano un carroarmato
e lo lanciano nel traffico
morendo poi di pistola.
& i veri poeti rubano il ritmo
a un mezzogiorno stremato
all’ombra di un piccione.
La conseguenza di tutto è tutto
sui confini delle parole
desolati agglomerati _________di tedio e frenetico __________________rinnovarsi.
& non capita spesso
che un bonsai s’inventi una foglia
che un virus sconosciuto _________s’avventi sull’umanità ________M A N I F E S T A N D O S I _________in __________una _____________malattia
che i dottori disperati chiamano ___________G I O I A.
Una poesia da una raccolta inedita che medito di far stampare entro la prima metà del 2016.
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MAGGIO ROVENTE PORTA IL CONTO
Maggio rovente porta il conto
innesca il timer di un conto rovesciato
al cui termine attesa e paura,
deluse dallo scherzo,
si suicidano brillando nell’aria sgonfia
come una canzone dei Pixies. [oh, Ed is in a better way]
Maggio rovente ha la pistola
colpo in canna e niente da perdere
fredda il ragioniere incarognito
del pensiero transitorio
e poi ci osserva
con lo sguardo che segue
i discorsi esaustivi.
Scrivevo qualche giorno addietro sui Social Networks, il giorno prima del Trieste International Slam cui mi apprestavo a partecipare, che mi era tornata in mente questa poesia di origine remota che per molti anni è stato uno dei brani fondamentali dei miei readings. Inclusa nella prima edizione di “Cani al Guinzaglio nel Ventre della Balena (1997), nella ristampa estesa di Fara del 2008, incisa poi nel 2009 con i Sus di Pistoia (e qui sotto potete ascoltare cosa ne venne fuori), da qualche anno non più interpretata dal vivo.
Mi ero ripromesso di leggerla a Trieste nel caso avessi raggiunto la finale, ma ho perduto lo spareggio.
Dovrò dunque al più presto partecipare a un altro slam o fare un reading.
RIFLESSIONI CONTRATTE
Bisogna mettersi a guardare
dentro le televisioni
per capire che l’uomo con il mitragliatore
è fuori e sta correndo ad ammazzarci.
Bisogna assumere qualcosa
che sia attivo ____________zuccheri droghe ____________benzodiazepine
che lubrificano la corteccia
dicono – calma, _______spostiamoci con calma –
il terrore è un amico
che vive solo _______e viene a cercare compagnia.
Bisognerebbe coltivare piante in armadi di vetro
nudi depilarsi e mangiarsi le unghie.
Meglio che curare doppiopetti sfioriti
sformarsi e rispondere con le croci.
Nudissimi arrampicati su se stessi
precipitati sudati ________fradici
dicendo grazie, questo è nulla ____________questo è tutto
non si preoccupi mai più
per il bello che verrà.
Bisogna che gli animali siano liberi e gli uomini
li rincorrano in sogno e in realtà ___liberi di masticare ___uscendo di strada ___a rotoloni dalle montagne ___dentro una piscina ___nella scatola elettrica ___spezzata in cento milioni di respiri affannosi
ma c’è il sonnifero e il letto ci mangia
e c’è calma
e dietro la finestra è arrivato
l’uomo col mitragliatore
che bussa entrando
si sdraia nella bocca del letto
e dice
– il terrore è scarico, ___________buonanotte -.
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ascolta da “La conseguenza di tutto” di Sus & Simone Molinaroli
Quella che segue è la poesia con cui si apriva la mia prima raccolta di poesie “Cani al Guinzaglio nel Ventre della Balena” nella sua prima edizione del 1997 per Ass Cult Press. Raccolta poi ripubblicata da Fara nel 2008 in versione ampliata.
THAT’S LIFE (guardando la foto di John Coltrane)
La prima cosa, le righe della camicia,
ma il resto è attenzione
come quella che uso io
quando la vita è in curva
e il piede freddo,
niente tempo,
il lampo è già passato
e ora sono
di nuovo
stereopatico
sull’autostrada scrivania di camera
pensando THAT’S LIFE ALL OF ME
sulla foto
radio,
vuoto a cenni
e pancia gonfia.
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