Una poesia scritta agli inizi degli anno zero dopo una festa di matrimonio alla quale mi ero annoiato mortalmente e inutilmente e che mi spinse a una riflessione su quanto meglio sarebbe, talvolta, consensualmente dimenticare la ventura che ci fece conoscenti, parenti, amici, colleghi, e non sapere niente, realmente non sapere o al limite fingere abilmente e non cedere alla tentazione di rivelare, gli uni degli altri.
La poesia è compresa nella raccolta “Il Crollo degli Addendi” che uscì agli inizi del 2006 per Ass Cult Press.
L’ETÀ SENZA TESTIMONI
Il motore è acceso, la nube
_______________ perde pressione
bicchiere di spumante secco
dopo bicchiere di spumante secco
gli organi assumono una posizione
________________e convengono con
________________________gli invitati
sulla necessità di una sostituzione
del cambio vincente in mezzo al campo.
Tutti, organi e invitati, rimpiangono
________________a prescindere
da tare ereditarie, limiti intellettivi,
censo, status sociale
tutti rimpiangono un’età mai esistita.
L’età migliore, l’età felice,
l’età senza testimoni.