Una poesia da una raccolta inedita che medito di far stampare entro la prima metà del 2016.
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MAGGIO ROVENTE PORTA IL CONTO
Maggio rovente porta il conto
innesca il timer di un conto rovesciato
al cui termine attesa e paura,
deluse dallo scherzo,
si suicidano brillando nell’aria sgonfia
come una canzone dei Pixies. [oh, Ed is in a better way]
Maggio rovente ha la pistola
colpo in canna e niente da perdere
fredda il ragioniere incarognito
del pensiero transitorio
e poi ci osserva
con lo sguardo che segue
i discorsi esaustivi.
Scrivevo qualche giorno addietro sui Social Networks, il giorno prima del Trieste International Slam cui mi apprestavo a partecipare, che mi era tornata in mente questa poesia di origine remota che per molti anni è stato uno dei brani fondamentali dei miei readings. Inclusa nella prima edizione di “Cani al Guinzaglio nel Ventre della Balena (1997), nella ristampa estesa di Fara del 2008, incisa poi nel 2009 con i Sus di Pistoia (e qui sotto potete ascoltare cosa ne venne fuori), da qualche anno non più interpretata dal vivo.
Mi ero ripromesso di leggerla a Trieste nel caso avessi raggiunto la finale, ma ho perduto lo spareggio.
Dovrò dunque al più presto partecipare a un altro slam o fare un reading.
RIFLESSIONI CONTRATTE
Bisogna mettersi a guardare
dentro le televisioni
per capire che l’uomo con il mitragliatore
è fuori e sta correndo ad ammazzarci.
Bisogna assumere qualcosa
che sia attivo ____________zuccheri droghe ____________benzodiazepine
che lubrificano la corteccia
dicono – calma, _______spostiamoci con calma –
il terrore è un amico
che vive solo _______e viene a cercare compagnia.
Bisognerebbe coltivare piante in armadi di vetro
nudi depilarsi e mangiarsi le unghie.
Meglio che curare doppiopetti sfioriti
sformarsi e rispondere con le croci.
Nudissimi arrampicati su se stessi
precipitati sudati ________fradici
dicendo grazie, questo è nulla ____________questo è tutto
non si preoccupi mai più
per il bello che verrà.
Bisogna che gli animali siano liberi e gli uomini
li rincorrano in sogno e in realtà ___liberi di masticare ___uscendo di strada ___a rotoloni dalle montagne ___dentro una piscina ___nella scatola elettrica ___spezzata in cento milioni di respiri affannosi
ma c’è il sonnifero e il letto ci mangia
e c’è calma
e dietro la finestra è arrivato
l’uomo col mitragliatore
che bussa entrando
si sdraia nella bocca del letto
e dice
– il terrore è scarico, ___________buonanotte -.
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ascolta da “La conseguenza di tutto” di Sus & Simone Molinaroli
Quella che segue è la poesia con cui si apriva la mia prima raccolta di poesie “Cani al Guinzaglio nel Ventre della Balena” nella sua prima edizione del 1997 per Ass Cult Press. Raccolta poi ripubblicata da Fara nel 2008 in versione ampliata.
THAT’S LIFE (guardando la foto di John Coltrane)
La prima cosa, le righe della camicia,
ma il resto è attenzione
come quella che uso io
quando la vita è in curva
e il piede freddo,
niente tempo,
il lampo è già passato
e ora sono
di nuovo
stereopatico
sull’autostrada scrivania di camera
pensando THAT’S LIFE ALL OF ME
sulla foto
radio,
vuoto a cenni
e pancia gonfia.
Con entusiasmo vi comunico che è uscito un mio testo per le edizioni Gattili. Un progetto meritorio di piccola editoria.
Con ancora più entusiasmo vi dico che l’editore ha scelto una delle mie “minchiatelle”.
Che sono poesie di tono scherzoso, scritte nel rispetto della forma tradizionale (più o meno), che da un po’ di tempo mi diletto nel comporre.
In questo caso, la Minchiatella Poetica del Sindacato.
Il sottoscritto detiene cinque delle 18 copie che l’editore stampa di ogni titolo. Chi ne volesse una copia per sé la può avere gratis. Mandare un recapito e l’euro e ventotto centesimi per la spedizione.
Ho scritto questa poesia dopo l’ultima tornata elettorale. Senza particolari rancori verso nessuno in particolare. Soltanto constatazioni. Senza pensare a ciò che poi è seguito. Anche se considerando quello che è venuto dopo l’impressione di saperne di più gli uni degli altri si è rafforzata.
ILLUMINAZIONE Nr. 2 (adesso sappiamo molto di più gli uni degli altri)
Adesso sappiamo molto di più gli uni degli altri
e adesso sappiamo molto di più gli altri degli uni.
C’erano quelli che la sapevano lunga
e c’erano quelli che la sapevano tutta
e c’era il peggiore di tutti,
quello che sapeva di non sapere.
Peggio ancora, quelli che sapevano che non sapevi.
Custodivano memorie non falsificabili
della vita di ognuno,
le usavano a cena o all’ora dell’aperitivo
per ridere, classificare, compartimentare.
Erano Tristi Vopos
e trasportavano la verità
nella busta per la spesa.
Erano minuscole scaglie dialettiche
per un ancièn regime liberale
che terminasse la bellezza ed il reale.
Erano minuscoli loro,
l’ordine a immagine loro
e le possibilità che riuscivano ad immaginare
Solo brillava , ciò di cui non avevano bisogno.
La pace sociale ci persuase d’essere amici.
Ma una pace costruita con le stragi
non poté che finire per decreto.
La pace sociale ci persuase d’essere amici.
Ma una pace costruita con le stragi
non poté che finire per decreto.
Alle ore 20 di una sera qualsiasi
il Portavoce di un Governo nebuloso ed informale
illustrò a reti unificate
un piano semplice e funzionale:
Noi abbiamo creato il problema
solo Noi possiamo essere la soluzione.
Non avete scelta.
La tecnologia risolverà i problemi della tecnologia.
La politica quelli della politica.
La finanza quelli venuti con la finanza.
Scherzo crudele e inculata vischiosa
costarono molto e restò un fastidio,
ad alcuni un prurito, ad altri un dolore.
Per tutti un modulo di gradimento
su cui indicare il livello di soddisfazione.
a) Ok!
b) Sì, ancora! Mi è piaciuto molto
c) Non saprei
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