LA RIDUZIONE DEL DISSENSO (ri-pensando e ri-cordando il rumore generato dall’arresto delle Pussy Riot)
Vi ricordate ancora delle Pussy Riot dopo aver caldamente parteggiato pro o contro di loro con grande spreco d’energia e risorse linguistiche?
Ridurre il dissenso a una manifestazione risibile, soprattutto rendere il proprio dissenso conforme a uno standard di ridicolezza ufficiale che lo renda veicolabile grazie alle strategie di marketing, agevola solo la legittimazione di una repressione ferrea, ma seria, non contraddittoria, fedele al potere costituito. Che essendo già costituito non necessita di costituirsi nuovamente, ma si accontenta anche solo di un assenso di superficie. I Dissenzienti (o i dissidenti) meglio farebbero a cominciare a prendersi un po’ più sul serio. Singolarmente, in relazione al proprio dissenso, e vicendevolmente, in relazione a delle finalità ipoteticamente condivisibili e potenzialmente realizzabili in uno spazio reale.
Nella foto: il mio amico Impiegato Maoista ritratto da me medesimo.
© 2012 SIMONE MOLINAROLI