segue da: Scrittori & Scriventi – parte prima
Nel gruppo umano composto da scrittori, operatori del settore, aspiranti, ambiziosi e affini, grande abbastanza da far pensare a una pluralità di vedute e d’intento, a un sano, animoso, vigoroso dibattito, c’è invece una sostanziale unanimità nel ritenere numericamente esagerato il gruppo di persone che si definiscono scrittori. Che vorrebbero essere considerati tali, che vorrebbero campare di scrittura, proprio adesso che la produzione inconsapevole d’informazione, testi, flusso informazionale è uno dei capisaldi della nuova economia del tempo liberato. Che cercano di apparire come qualcuno che di lettere campa, ignorando completamente e colpevolmente ciò che significa il campare di lettere.
Insomma, il mondo è pieno di gente che scrive. Pieno di gente che scrive che è pieno di gente che scrive. Senza nessuno che dia il buon esempio e decida una volta per tutte di smettere. Di smettere principalmente di praticare forme deliranti di autorappresentazione e, magari in seguito, dare il buon esempio.
Nella foto, una mia Olivetti fotografata da me medesimo. Nessun problema di copyright
se scrivere è liberatorio
e il tempo liberato
perchè non riusciamo a librarci in volo
o almeno a libarci di nessun divino nettare
f.to olivetti lettera22
A mio avviso perché i poeti, ma anche le scrittrici di libri pornografici, gli scrittori di noir, gialli, romanzi storici, generazionali, solitudini dei numeri primi, mazzantini & c. son troppo occupati a pensare al processo di riconoscimento e affermazione.