I play my own music | Un ricordo di Amiri Baraka

A Pistoia tra il 2 e il 6 giugno 2005 si tennero due manifestazioni poetiche in contemporanea. Una istituzionale e molto costosa e l’altra molto economica, spontaneista e completamente priva di profilo istituzionale benché finanziata (scarsamente) con soldi pubblici. La seconda era la nostra [Ass Cult Press]. Si chiamava “A Grandi Falcate” (magnis itineribus) e venne organizzata all’impronta, con fondi scarsi (eufemismo) che ci obbligarono a inventarci strumentazione, scenografie, metodi promozionali e tutto ciò che serve all’organizzazione di un festival. Fu un inaspettato successo di pubblico e di “vita”. Si radunarono molti amici e, al solito, i nemici brillarono per la loro assenza e le loro opinioni fondate sull’assenza. Alcuni sodalizi si rinsaldarono, altri ne nacquero, si trovò il tempo per un grandissimo pranzo in montagna, per un aperitivo al circolo Ho Chi Minh che nessuno si sarebbe mai aspettato. Il mio personale ricordo di Amiri Baraka sarà per sempre legato all’atmosfera di quei giorni di amicizia ed entusiasmo e a quelle due volte che ci siamo parlati.

Amiri Baraka era nel programma dell’altra manifestazione, quella istituzionale, ma indubbiamente si sarebbe sentito più a suo agio in nostra compagnia. L’incontro avvenne a un’ora tarda della notte tra il 5 e il 6 giugno, come testimonia la foto con la serranda chiusa del Vecchia Praga (noto pub sito in Piazza della Sala – Pistoia), agevolato dal caso, da una bottiglia di vino e grazie all’aplomb, alla prontezza di spirito e all’inglese perfetto di David Napolitano che trasformò prontamente il nostro notare la presenza di Amiri Baraka in Piazza della Sala in un invito. Si fece incontro ad Amiri Baraka chiedendogli: “Mr. Baraka gradisce un bicchiere di vino in nostra compagnia?” (in inglese ovviamente). E Mr. Baraka accettò senza indugi.

Si fermò con noi fino alla famosa ora incalcolabile. Parlammo a lungo e di innumerevoli cose. Nel frattempo apparvero altre bottiglie di vino come conigli dal cilindro del Mago.

Prima di congedarci qualcuno nella compagnia disse ad Amiri che a Pistoia esisteva un luogo dove avrebbe dovuto necessariamente leggere le sue poesie. E che quel posto si chiamava (e ancora si chiama) Circolo Ho Chi Minh.

E Baraka rispose così: “Come si chiama questo posto? Ho Chi Minh? Mi piace. Ci sarò. Sarà possibile bere del buon vino?”.

Il giorno seguente Amiri Baraka e la moglie Amina si presentarono al Circolo e quello che successe è nella memoria di quei pochi che ebbero la fortuna di assistere alla sua lettura. La cosa che mi fa piacere ricordare è la battuta con cui rispose a chi gli chiese se avesse voluto un accompagnamento musicale per la sua lettura.

“I play my own music!”

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Amiri Baraka con Sarah Humphryes, David Napolitano, Jacopo Andreini e Simone Molinaroli

 

 

Amiri Baraka al Circolo Ho Chi Minh di Pistoia | 6 giugno 2005
Amiri Baraka al Circolo Ho Chi Minh di Pistoia | 6 giugno 2005

Le fotografie sono di Caterina Tritto.

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