LA FABBRICA A FINE TURNO
La fabbrica a fine turno è una piscina vuota
piena di acqua gialla e pesci muti.
L’accozzo di rumori s’accommiata
il tempo che basta alla toilette ed ai saluti.
Brillano luci al neon e le voci senza corpo
di chi abita l’universo adiacente.
Rimozioni, dimenticanze, distrazioni
che hanno patria innominata.
Matasse inestricate che il tempo infittisce
e nessuna mano ha il cuore di toccare.
La fabbrica ingoia mille uomini
e di mille uomini eppure nulla capisce.
Di mille uomini eppure nulla resta,
non il nome, non la storia,
nel parcheggio è piombato l’inverno
nebbia con odore di cipolla marcita
natale incombe, gratifica preimpegnata,
la diresti una fortuna e invece
è triste china, conto di spìccioli e becchíme,
tecnologici in offerta, scommesse,
nuove rate da pagare.
La Resa senza discussione
agli esperti della narrazione.
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© Simone Molinaroli 2016
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