Riflessioni sul Venerdì Nero | nr.1

Il Venerdi è Nero. Le agenzie di rating declassano un po’ tutto, non si sa dove investire tutti quei milioni immaginarii che ci avanzano dagli stipendi. Il venerdì è nero e i giocatori di calcio, non si capisce in base a quale delirante principio, decidono che non vogliono pagare l’aliquota supplettiva che il governo ha deciso di far pagare ai cittadini più abbienti. E minacciano di scioperare. E le pecore s’indignano mentre stipulano il contratto di Sky. Le pecore dovrebbero lasciare anche a loro(i calciatori) il diritto di scioperare. Essi (i calciatori) forse ignorano a quanto potrebbe ammontare la decurtazione per una giornata di sciopero in una busta paga milionaria. O forse credono di poter scioperare gratis?
Il Venerdì è Nero e pieno di tecnocrati, giornalisti, politici, economisti che usano termini che non hanno significato, ma solo un ruolo in una ricostruzione arbitraria della realtà.
Il Venerdì è veramente nero, quando vivi in una città dal respiro microscopico che, nelle ore diurne, diciamo fino alle 22,30, sembra un grande ristorante a cielo aperto. E ci puoi trovare una miriade di tavolini addossati l’uno all’altro, tutti fanno la corsa ad apparecchiare, ad ammassare le persone a mangiare in un metro quadro, anche i pizzicagnoli apparecchiano, in una corsa alla meno dove trovare un ristorante dove mangiare dignitosamente è quasi impossibile. Non voglio essere ingiusto. È quasi impossibile trovare un locale dove il prezzo è realmente commisurato al valore del servizio erogato. Questa gente si sovrastima e rende il venerdì più nero del nero.
Il Venerdì sarà pure Nero. Ma nessuna agenzia di rating potrà declassare il venticello fresco & inaspettato che ti riconcilia con l’Esistente alla fine di una corsa nell’afa al limite dello svenimento.

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