La linea di confine è l’attitudine nei confronti dell’industria culturale (intrattenimento).
Non approssimazione a una medietà professionale senza più alcun significato.
DESIDERANTES sono uomini sotto le stelle al limitare del mondo conosciuto. Ed è l’approdo finale del mio impegno più che ventennale con la “poesia performativa“. Lo scrivo tra virgolette perché la definizione, che tanto piace al giorno d’oggi, a me non appartiene. Dunque per capirsi, non per rimarcare una diversità con quella non performativa, ma proprio perché in questi venti anni e più la parte performativa è stata uno strumento per portare in giro la poesia davanti a un pubblico che non fosse solo immaginato o ipotetico. La parte performativa è servita a far stare la poesia dentro l’esistenza, dentro i luoghi della vita, non solo dentro quelli deputati.
Lo considero l’approdo finale perché al momento penso di non voler più performare, se non nei tempi dell’interazione con i musicisti che hanno accettato di collaborare a questo progetto. L’approdo finale perché sento di aver raggiunto il giusto grado di confidenza con le mie aspettative e di consapevolezza del valore e delle potenzialità del mio parlare la poesia.
Per questo approdo/progetto ho convocato gli amici e i collaboratori con cui spesso in questi venti anni ci siamo accompagnati. Ed a loro ho chiesto di musicare alcuni miei testi. Le modalità di composizione sono diverse per ogni brano. In relazione alle possibilità di spostamento, alla possibilità di incontrarsi e in questo senso la tecnologia ci ha dato una mano.
Per il momento hanno risposto all’appello Jacopo Andreini, col quale ho condiviso buona parte del mio percorso creativo ed esistenziale, Alessio Chiappelli e Simone Naviragni, con cui ho condiviso la parte finale legata al progetto La Fine del Mondo, e Gioele Valenti, un caro amico, nonché stimatissimo musicista e scrittore.
Da questa prima collaborazione sono venuti fuori quattro brani che al momento sono in custodia da Jacopo Andreini che sta ultimando la produzione.